Una breve storia dell’Italia Navigazione
Nei tardi anni ’20, il dittatore fascista Mussolini, decise che l‘Italia sarebbe stata fra le nazioni leader in tutti i campi: scienza, esercito ed anche in mare. Prima di questo momento, dalla seconda metà del 19° secolo, tutte le navi più prestigiose in servizio sull’Atlantico erano inglesi o tedesche. Proprio il North German Lloyd tedesco, stava costruendo in quegli anni le sue due più veloci e grandi navi della sua storia, il Bremen e l’Europa, che furono anche campioni di velocità.
Sta di fatto che i transatlantici in rotta nel nord Atlantico erano anche la vetrina internazionale delle nazioni che le possedevano. Così anche Mussolini decise che, per la prima volta nella sua storia, l’Italia avrebbe avuto una coppia di grandi e prestigiosi transatlantici, per competere sulla rotta Atlantica.
Il “Conte di Savoia” fu il primo transatlantico ad essere dotato di stabilizzatori antirollio (di tipo giroscopico)
A fronte di questo, l’Italia non aveva però una forte Compagnia di navigazione sotto la sua bandiera, così Mussolini decise che le tre principali compagnie italiane, la NGI (Navigazione Generale Italiana), il Loyd Sabaudo e la Cosulich line, si sarebbero fuse per dare vita ad una forte Compagnia nazionale, l’Italia di Navigazione. Per tale scopo la Sabaudo e la NGI ricevettero finanziamenti per la costruzione dei due nuovi supertransatlantici italiani. Nel 1927 Mussolini annunciò che l’Italia avrebbe presto incominciato la costruzione di “Due navi per le quali il mondo intero stava aspettando”, più tardi nominate Rex e Conte di Savoia. Di queste due, il Rex (il “Re”) sarebbe stata la nave più grande e veloce, ed arredata in stile più classico, in contrasto con la tendenza “Art-Deco” di allora, iniziata con la nave francese “Île de France”.
Il Rex fu varato nel 1932, in occasione del decimo anniversario della sua salita al potere. Nel 1933 conquistò l’ambito Nastro Azzurro, il trofeo assegnato per la traversata atlantica più veloce, il quale però gli fu strappato dopo soli due anni nel 1935, dal supergigante francese Normandie, un “mostro” da 83.000 tonnellate di stazza e 314 metri di lunghezza.
Le due navi-lido continuarono il loro servizio di linea fino al 1939, agli inizi della seconda guerra mondiale. I Conte di Savoia fu trasformato in nave per il trasporto di truppe, che ne trasportò in Libia. A parte questo, le navi rimasero inattive durante la guerra.
L’armistizio con gli alleati, non fu di alcun aiuto alle due navi, in quanto la Germania incominciò ad occupare l’Italia. Durante questo periodo le maggiori navi italiane, fra cui il Rex, il Conte di Savoia, il Roma e l’Augustus, furono o bombardate dagli alleati o autoaffondate dai tedeschi. L’Augustus fu la prima nave ad avere un ponte lido con piscina all’aperto. L’Italia perse in tutto 31 delle sue 37 navi passeggeri e le unità più vecchie dell’Italia Navigazione, Saturnia e Vulcania, continuarono a prestare servizio fino al 1965, quando entrarono in servizio la Michelangelo e la Raffaello.
La Leonardo da Vinci, costruita nel 1960 per rimpiazzare la perdita dell’Andrea Doria
Quando l’Italia si fu almeno parzialmente ripresa dalla guerra, nel 1949 l’Italia Navigazione ricevette nuovi finanziamenti per costruire due nuovi transatlantici di moderate dimensioni, intorno alle 30.000 tonnellate di stazza, per la rotta Atlantica. La prima di queste due navi fu l’Andrea Doria, partita per il suo viaggio inaugurale da Napoli a New York il 14 Gennaio 1953. La sua gemella, la Cristoforo Colombo prese il mare l’anno seguente. Era identica all’Andrea Doria, forse un po’ meno ricercata negli arredi. Dopo soli due anni di vita, il 25 Luglio 1956, l’Andrea Doria fu accidentalmente speronata e affondata dal transatlantico svedese Stockholm. L’Italia Navigazione fu devastata dlla perdita della sua nave più prestigiosa e ripresasi dallo shock, ordinò la costruzione di un nuovo transatlantico per sostituire l’Andrea Doria. Fra le navi che precedettero la Michelangelo e la Raffaello sicuramente vale la pena di soffermarsi sulla Leonardo da Vinci, lunga 233 metri e di 33.000 tonnellate di stazza, costruita appunto per rimpiazzare l’Andrea Doria e che fu ultimata nel 1960.
La Leonardo da Vinci viene ingiustamente spesso trascurata, ma si può considerare come la madre della Michelangelo e Raffaello. Infatti conteneva per la prima volta una serie di innovazioni, mai presenti fino a quel momento sulle altre navi. Fu la prima nave ad essere dotata di cabine con servizi privati per tutte le classi, ad avere aria condizionata in tutta la nave, ad essere dotata di due coppie di alette stabilizzatrici retraibili. Fu anche la prima nave passeggeri a non avere le sale macchine divise in locali caldaie e locali turbine, ma ad essere dotata di due sale macchine completamente indipendenti per ciascuna elica, come le navi da guerra. Le scialuppe erano tutte dotate di motore e il meccanismo di discesa consentiva di calarle anche in caso di sbandamento laterale della nave fino a 25°, caratteristica che impedì l’uso di metà scialuppe sull’Andrea Doria. Queste ed altre caratteristiche architettoniche furono ulteriormente perfezionate ed adottate sulla Michelangelo e sulla Raffaello. Inoltre la Leonardo da Vinci fu anche la prima nave passeggeri predisposta per essere trasformata con propulsione nucleare.
Nei primi anni ’60 l’Italia Navigazione annunciò che la Leonardo da Vinci sarebbe stata equipaggiata con la propulsione nucleare, ma ciò non avvenne. La ragione di questa scelta stava negli alti costi di esercizio della nave, i maggiori della flotta passeggeri, probabilmente dovuti al progetto dello scafo, basato su quello della classe Andrea Doria, poco adatto per navi di dimensioni maggiori, provocando un maggiore consumo di carburante.
Ma ormai in quegli anni il trasporto aereo stava prendendo piede, sottraendo sempre più velocemente passeggeri al trasporto marittimo. Già nel 1958 la metà dei passeggeri attraversavano l’atlantico in aereo. Però all’interno del Mediterraneo la concorrenza aerea non era così forte e, alla fine degli anni ’50, e l’attenzione dell’Italia Navigazione si rivolse verso la costruzione di due nuovi supertransatlantici.