Il famoso architetto Gio Ponti sottolinea in un suo scritto che “una nave italiana è un pezzo d’Italia, essa deve rappresentare gli aspetti superiori di maggior prestigio del gusto, della cultura, delle arti, dell’artigianato italiano” e che “il turista deve imparare l’Italia sulla nave…”
Augustus e Giulio Cesare, Andrea Doria, Cristoforo Colombo e Leonardo da Vinci caratterizzano il dopoguerra con la loro esemplare carica di innovazione tecnica, ma anche di stile e di gusto.
Nel solco di questa tendenza, la Michelangelo e la Raffaello, ormai alla metà degli anni sessanta, ripropongono una vetrina del design e dell’arte italiana contemporanea.
Seppur gemelle anche nella suddivisione degli spazi abitativi, l’allestimento degli ambienti, affidato a distinti gruppi di architetti, conferì a ciascuna un proprio carattere.
Delle due, la Michelangelo era quella che più guardava alle navi precedenti anche perché l’allestimento era stato affidato ad architetti che avevano già operato sulla Cristoforo Colombo e sulla Leonardo da Vinci (Pulitzer, Luccichenti, Monaco e Zoncada solo per citarne alcuni). Ed anche se questa convenzionalità ha fatto storcere il naso ad alcuni critici di allora, non possiamo tralasciare alcuni ambienti veramente degni di nota come il grande complesso dei saloni di prima classe caratterizzati dalla mano inconfondibile di Nino Zoncada.
Sulla Raffaello l’allestimento degli ambienti, molto più avveniristico rispetto alle convenzionalità della gemella, è affidato prevalentemente ad architetti triestini e romani alcuni dei quali esordienti nel settore degli allestimenti navali (come Michele Busiri Vici).
Sul ponte Vestiboli si trovano alcuni ambienti che illustrano molto bene il carattere inedito delle soluzioni formali e compositive adottate sulla Raffaello: il luminoso vestibolo di prima classe ed il contiguo salone da pranzo.
Senza la pedanteria e monotonia di una collezione o di una mostra, gli artisti e gli architetti inserirono ovunque opere d’arte. Nei vestiboli, lungo gli scaloni, nei saloni oppure nei ristoranti finanche nei corridoi e nelle cabine di lusso trovano dimora le opere dei più importanti artisti italiani del momento come Capogrossi, Ridolfi, Turcato, Spacal, Severini, Fiume, Mascherini ed il genovese Luzzati.
Questi sono soltanto alcuni dei grandi nomi che realizzarono opere d’arte per le “supergemelle del mare” e che possiamo ritrovare elencati sui cataloghi dei più importanti musei e rassegne d’arte italiane ed internazionali.
Per il passeggero che godeva della visione di una così vasta e qualificata serie di dipinti, sculture ed elementi decorativi, il viaggio su uno di questi transatlantici poteva essere paragonato alla stregua di un viaggio virtuale in Italia.