Racconti dei passeggeri
Andrew Bryant
(San Francisco – California)
Passeggero: Andrew Bryant
Date dei viaggi: 28 Aprile 1973 (Raffaello),
Luglio 1975 (ultimo viaggio della Michelangelo)
Nave: Raffaello e Michelangelo
Classe: Prima
Rotta: New York – Italia / Italia – New York
“Quando ero giovane, la mia famiglia viaggiava per nave una volta ogni pochi anni, perché a mia madre non piaceva volare. Dopo diverse traversate sul transatlantico francese “France”, nell’estate del 1972 ci imbarcammo per il nostro primo viaggio a bordo di una nave italiana, la Cristoforo Colombo. Mia madre fu subito catturata dalla cordialità e dal calore dall’equipaggio.
L’anno dopo, il 28 Aprile 1973, ci imbarcammo sulla Raffaello, su cui incontrammo Late Carroll O’Connor con sua moglie, così come il loro ultimo figlio, Hugh. Io e mio fratello passammo l’intero viaggio con Hugh, giocando e cacciandoci nei guai, divertendoci per tutto il tempo. Anche Alan Bates era a bordo in quella traversata, fu veramente un’esperienza magica perfino per un bambino di 9 anni. Mio fratello James, Hugh ed io facemmo un “penny” tour della nave. Ogni volta che arrivavamo ad un punto di svolta tiravamo una moneta. Se usciva testa andavamo a sinistra o salivamo, se usciva croce andavamo a sinistra o scendevamo. Ci avventurammo dalla prima alla seconda classe, alla classe turistica e perfino nelle zone riservate all’equipaggio. C’era una libertà totale per noi, era meraviglioso. Dopo un mese in Europa, ritornammo presto quell’estate, nella seconda parte di una crociera in Europa sulla Raffaello e fu, una volta ancora una bellissima e indimenticabile esperienza.
Per qualche ragione, non viaggiammo mai nel 1974, ma mia mamma fece una crociera alle Barbados sulla Raffaello nella primavera del 1975, che arrivata a New York, partì per il suo ultimo viaggio verso Genova.
Troppo tardi per quel viaggio, allora mia madre prenotò per noi sull’ultimo viaggio della Michelangelo, credo circa un mese dopo. Apprezzammo ancora la nave, con il suo cibo, il servizio e lo stile. La partenza da New York fu memorabile, con le imbarcazioni dei pompieri, le stelle filanti e flottiglie di barche e piccoli yacht ci accompagnarono fuori dal porto. Ho ancora un modellino che vinsi a qualche gioco delle attività per bambini. Ho anche mazzi di carte da gioco di colore rosa.
La storia che racconto più spesso da quel viaggio è la vicenda della duchessa di Windsor. Mia madre insistette molto per un posto a sedere aggiuntivo, ma stranamente fu accolta con una fredda faccia quando chiese posti per due bambini. Alla fine mie madre ebbe la meglio, ma fummo accomodati in un angolo remoto della sala da pranzo. La prima sera, il maitre si accorse dell’errore. Sì, ci dette un tavolo lontano in un angolo, ma dimenticò che la duchessa di Windsor ed il suo compagno erano seduti anche loro in quell’angolo remoto. Nelle prime sere si muoveva con ansia, finché non comprese che non eravamo intenzionati a sputare proiettili agli altri passeggeri, che avevamo almeno alcuni rudimenti di buone maniere a tavola e che non avremmo infastidito la duchessa.
Durante il corso della traversata, la duchessa e il suo compagno ebbero un vivo interesse nei modi a tavola di me e mio fratello. Quando versammo sulle nostre cravatte del condimento per insalata, loro si sporsero in avanti per guardare e fecero un cenno di approvazione come bagnavamo leggermente le nostre cravatte con l’acqua. Questo ci rese entrambi un po’ nervosi, finché una sera la duchessa arrivò con un grosso paio di orecchini con una perla circondata da diamanti, uno era grigio e uno bianco. Mi ricordo che mi sentii un po’ superiore perché almeno avevo notato un dettaglio come questo (fu molti anni dopo, quando i suoi gioielli furono venduti all’asta, che mi resi conto che si trattava di un singolo paio). Io e mio fratello ci allontanavamo in fretta dopo aver mangiato il nostro dolce al rum, e lasciavamo nostra madre a gustarsi il suo caffè e il vino. Finalmente ebbe una conversazione con la duchessa, in cui discussero del loro disprezzo per il volo e le chiese come avrebbe fatto dopo l’uscita di servizio dell’ultimo transatlantico. La duchessa rispose che avrebbe usato navi da carico non di linea, di quelle che offrivano anche sistemazioni passeggeri, oppure sarebbe rimasta sul lato dell’oceano su cui si sarebbe trovata per ultimo. Io credo di avere assistito all’ultima traversata della duchessa.
L’anno seguente facemmo una crociera sulla Leonardo Da Vinci, e quello fu il nostro ultimo viaggio a bordo di una nave dell’Italia Navigazione. Mi ricordo di quando seppi della fine delle sue navi e fui molto triste.
Anni dopo, viaggiando in crociera sulla Crystal Harmony, incontrai lo studioso do storia navale Bill Miller e fu fantastico ricordare quei miei ricordi di bambino. Le crociere moderne sono divertenti, ma non comparabili con l’eleganza e lo stile che avevano quelle navi”.
Andrew Bryant
San Francisco, California